Quando la sordità dipende dal lavoro: come ottenere il riconoscimento dall’Inail

Stefano è prossimo al pensionamento e si rivolge ai nostri uffici per le ultime verifiche e per l’inoltro della domanda di pensione. Dopo i primi iniziali periodi da apprendista, ha lavorato per oltre 40 anni presso la stessa azienda, che si occupa della produzione di materiali plastici. Parlando con l’operatore del Patronato, riferisce di avere grossi problemi di udito, avendo sempre lavorato in un ambiente molto rumoroso, per la presenza di vari macchinari perennemente in funzione.

L’operatore gli suggerisce un approfondimento, al fine di un’eventuale domanda di malattia professionale. Dopo gli opportuni accertamenti (esami audiometrici), tramite il medico-legale del Patronato Acli, viene inoltrata all’Inail una domanda di malattia professionale.

A conclusione dell’iter, a Stefano viene riconosciuta la malattia professionale per un’ipoacusia bilaterale di grado severo, con una percentuale del 30% che porta alla costituzione di una rendita mensile (esente irpef) di un importo di circa 550 euro mensili.

La storia di Stefano non è un caso eccezionale. L’ipoacusia da rumore in ambito lavorativo è tra le patologie più spesso denunciate come malattie professionali.

Cosa fare quindi, quando la sordità o un’altra patologia sono presumibilmente conseguenza dell’attività lavorativa svolta? Rivolgersi al Patronato Acli per tutti gli approfondimenti necessari è il primo passo. Operatori e consulenti medici forniranno tutta l’assistenza necessaria per far valere i propri diritti.

Proteggi te stesso prestando sempre la massima attenzione e rispettando le misure di sicurezza sul lavoro! Se soffri di una patologia presumibilmente dovuta al lavoro, non esitare, contatta la nostra sede più vicina.

 

Massimo Calestani